Fast and slow fashion

Fast & Slow fashion: come fare le scelte giuste

Se cercate in rete troverete che la moda è la seconda industria più inquinante al mondo dopo le emissioni di CO2 di petrolio. Ma sappiate che non è così.

Questo non significa che la moda non incida sull’ambiente che ci circonda, e nemmeno che la mancanza di chiarezza dei dati circoscriva il problema. Al contrario, rende ancora più difficile affrontare in modo strutturato l’argomento, rallentando gli interventi sull’impatto ambientale.

Alden Wicker* è stata la prima a fare chiarezzasu un tema delicato come quello dei dati sull’impatto ambientale dell’industria della moda.

Per prima cosa ha evidenziato come non esista una fonte ufficialesu alcuni dei numeri più diffusi online.

Ha dimostrato che il Danish Fashion Institute, inizialmente citato come fonte ufficiale, non abbia mai confermato questi dati che parlano di 50 milioni di tonnellate di poliestere prodotte nel 2015 dall’industria della moda e del 10% delle emissioni globali.


La Wicker però ci ricorda anche in che modo un’azienda di moda impatti sulle emissioni di CO2** ed è da qui che voglio partire con i miei consigli.

  • Un’azienda quantifica prima di tutto le emissioni su cui ha il controllo diretto, come il gas utilizzato dai camion per le consegne. Parlo sempre di quanto sia importante comprare localmente, proprio perché questo elemento impatta tantissimo sulla nostra impronta
  • Un secondo elemento sono le emissioni associate al tipo di energia utilizzata per alimentare i propri negozi e le sedi aziendali
  • Ma la vera massa delle emissioni per le aziende di moda è associata alla sua catena di forniturae all’uso da parte dei consumatori.

E questo ci porta ai primi dati: il 18% delle emissionidi carbonio in un indumento tipico proviene dalla produzione di fibre, il 16%dalla produzione di filatie il 39% dall’uso da parte dei consumatori, che include il lavaggio, l’asciugatura e lo smaltimento.

Pensate a come questi numeri aumentino quando parliamo di fast fashiondove l’attenzione ai tessuti e alla responsabilità sociale sono spesso inesistenti, e dove quel 39% può diventare esponenziale a causa della frequenza di rotazione delle collezioni e dei capi. 
E allora voglio provare a fare un po’ di chiarezza.

Di cosa parliamo quando parliamo di Fast Fashion

È il mio Leitmotif: corriamo sempre, abbiamo poco tempo. Allora come rinunciare all’acquisto impulsivo di capi a basso costo che ci permettano di avere uno stile unico da usare e gettare per essere sempre di tendenza?

I nostri armadi si riempiono e hanno rotazioni interne da grande ipermercato.

La Fast Fashion si è sviluppata passando proprio da una concezione basata sull’esclusività dell’oggetto a una fondata sulla produzione. Zara è stata la prima a inaugurare questa tendenza, seguita a ruota da Benetton e da altre grandi catene di distribuzione.

Le tendenze cambiano velocemente e così i gusti dei consumatori, e così anche i capi in vendita subiscono trasformazioni continue, proprio per assecondare il divenire della moda e delle tendenze del momento.

Se la Fast Fashion è in grado di contro di garantire prezzi molto bassi a rotazioni frequenti, è per i suoi costi di produzione nettamente più bassi. Questi costi ridotti sono dovuti principalmente alla produzione, che avviene in paesi estremamente poveri come Bangladesh, Cambogia, India e Cina, utilizzando materie prime non sottoposte a controlli o esami chimico-fisici previsti dalle leggi Italiane o da altri paesi Europei (come la Regolamentazione EUROPE REACH****).


Cosa intendiamo allora con Slow Fashion?

Letteralmente intesa come “moda lenta”, la Slow Fashion rappresenta un movimento atto a definire un nuovo modello tessile, basato su una minore produzione, con un taglio principalmente artigianale. Il termine risale al 2007 ed è stato coniato dalla consulente di design sostenibile Kate Fletcher, che prese ispirazione proprio dal movimento slow food.

Quali sono le 4 caratteristiche principalidella Slow Fashion:

  • I capi sono pensati e realizzati per durare, con un design senza tempo che possa andare al di là della singola stagione
  • La lavorazione è affidata a una manodopera artigianale e per questo pagata in modo equo. La regola è semplice: un capo realizzato da mani esperte sopravviverà ad almeno cinque capi economici
  • I capi vengono realizzati con materiali di alta qualità, il più possibile ecosostenibili e naturali (e di questo tema vi parlerò molto presto 😊)
  • Trasparente ed etico, prodotto attraverso una filiera in cui ogni passaggio, dalla materia prima al prodotto finito sia tracciabile il più possibile 

I miei consigli per fare le scelte giuste

Ecco allora i miei primi consigli su come fare scelte consapevoli senza rinunciare a uno stile unico e riconoscibile.

#1“gnōthi seautón” dicevano i Greci. Io preferisco “Conosci te stessa”
Ognuna di noi è unica e per questo va valorizzata al meglio. Pensa alle tue esigenze e al tuo stile di vita e scegli i capi che si adattino meglio alle tue forme. Impara a personalizzare le tue preferenze partendo proprio da te

#2. Cerca la qualità
Abbiamo imparato con il tempo a leggere le etichette di ciò che mangiamo, proprio per prenderci cura di noi. Impareremo insieme a leggere anche le etichette dei nostri i vestiti. E anche se spendiamo un po’ di più spenderemo sicuramente meglio. 

#3. Compra solo quello che ti serve
Quante magliette grigie hai? E le camicie azzurre? Almeno con te puoi essere onesta: sicura che ti servano tutte? Impara ad acquistare solo i capi che di cui hai davvero bisogno, magari con colori e combinazioni che tu possa mixare con facilità per rendere il tuo guardaroba unico. E per farlo inizia proprio aprendo il tuo armadio

#4. Apri l’armadio per fare chiarezza dentro di te

Suddividi i tuoi abiti tra quelli più di valore, quelli che usi solo ogni tanto e quelli che non metti mai. Elimina quelli che non indossi più e decidi in quale gruppo inserire quelli che metti ogni tanto. Solo allora potrai capire cosa ti manca davvero. E a quel punto ricordati di comprare ciò che ti serve partendo dalla qualità

#5. Prenditi cura dei tuoi capi
I capi sono come la nostra pelle. Vanno nutriti, curati per prolungarne età e bellezza. Anche qui leggi le etichette. Lavali con i detersivi giusti, stirali prima di conservarli. E cerca di evitare il thumbler

Questi sono i miei primi 5 consigli sono Slow fashion. Ma ti voglio salutare con il mio preferito, che è anche un po’ uno stile di vita.

Ama le tue cose, indossale con tutta la felicità e la gioia possibile e quando senti che la scintilla si è spenta donale a qualcuno che le ami per te

Parola da Marie Kondo.

Trasparenza: qui trovate le fonti di questo articolo

https://www.racked.com/2017/3/15/14842476/fashion-climate-change-environment-pollution

** Citazione di Maxine Bédat, CEO di Zady, una delle prime e più autorevoli marche di moda sostenibile

*** Rapporto del 2009 di Business for Social Responsibility

**** https://www.vestilanatura.it/certificazioni-tessili/reach/

***** Marie Kondo official website: https://konmari.com

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